Come mangiano i poveri? È vero che i poveri spesso mangiano meglio dei ricchi? La teoria proposta qualche giorno fa da un rappresentante del governo funziona o i numeri reali dicono altro?
L’inflazione continua a consumare i redditi degli italiani che, una realtà che è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più costretti a fare letteralmente i salti mortali per riuscire ad avere qualcosa da mangiare in tavola senza dover rinunciare a pagare per esempio le utenze domestiche.
Una situazione estremamente delicata che rischia di diventare ancora più drammatica via via che passano le settimane a causa, tra le altre cose, della benzina in costante aumento. Eppure qualche giorno fa il ministro Lollobrigida ha dichiarato che molto spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi.
E ha motivato questo suo pensiero chiarendo che secondo lui questo avviene proprio perché a causa del budget limitato le famiglie con un reddito più basso cercano le offerte e spesso si rivolgono direttamente ai produttori acquistando quindi qualità. Sembra una teoria logica e fondata ma stando invece all’ultimo rapporto Coldiretti Censis la questione sembra tutt’altro che così semplice.
Poveri che mangiano meglio, i veri numeri dal rapporto Coldiretti e Censis
Se capita anche a te di dover fare la spesa prova a chiederti dove vai e a che cosa presti più attenzione. È molto facile che, se devi risparmiare, anche tu ti muova in quella galassia di supermercati a basso costo e discount che sono presenti un po’ ovunque e in tutte le regioni d’Italia.
E infatti sono anche i numeri e i dati raccolti da Censis e Coldiretti a confermare che oltre il 70% degli italiani ha spostato la spesa verso i discount e in generale nei supermercati che più spesso fanno gli sconti. La causa è ovviamente soprattutto l’inflazione.
Ma accanto a questa percentuale c’è anche da guardare a cosa c’è nel carrello dato che, e sono ancora dati Censis, quasi il 40% degli italiani, il 37% per essere precisi, ha dichiarato che semplicemente per arrivare alla fine del mese ha dovuto ridurre quello che c’è nel carrello.
Ne viene quindi che chi ha un reddito basso non ha la forza mentale per farsi un giro al mercato di produttori locali anche perché, ed è un elemento da non sottovalutare, così come è cresciuta l’inflazione per le famiglie ovviamente è cresciuta l’inflazione e sono cresciuti i costi anche per chi la frutta e la verdura la produce.
Il che significa che in realtà cercare di fare la spesa dai produttori locali significa saper già che si spenderà molto di più di ciò che si spenderebbe al supermercato.
Forse più che l’idea che i poveri mangino meglio lentamente si sta arrivando alla realtà che i poveri, e in questa definizione rientra una fascia sempre più allarmante di popolazione italiana, mangiano meno.