La notte ha portato un lutto inaspettato per la cucina italiana. Un famoso cuoco è stato trovato senza vita nel suo appartamento.
Chi vive nel comune di Cassina De’ Pecchi, ad appena 16 chilometri dal centro di Milano, ha sicuramente sentito nominare almeno una volta lo chef di cui parliamo. Nato qui nel 1989, Pochi anni dopo il diploma alberghiero era volato alle Bermuda per lavorare in resort e sette anni fa si era stabilito in pianta stabile a New York.
Qui dopo qualche tempo al ristorante San Carlo Osteria Piemonte era infine arrivato nelle cucine del Sant Ambroeuse West Village come executive chef. Una carriera avviata che purtroppo si è interrotta alle prime ore del 16 agosto con la sua morte.
La notizia ha lasciato nello sconforto non solo amici e parenti ma anche personaggi noti come l’attore e amico Robert De Niro. Lo chef aveva avuto modo di cucinare per lui e conoscerlo nel 2018, un’occasione di cui rimane persino una foto ricordo. A condividere il lutto ci sono anche alcuni food blogger che stimavano il suo talento e il fatto di aver contribuito a diffondere la cucina italiana nella grande Mela.
Le cause della morte del giovane chef milanese
Lo chef sarebbe dovuto tornare nella sua città natale il mese prossimo per concedersi una meritata pausa e rivedere amici e familiari. Il fondatore del ristorante dove lavorava, Gherardo Guarducci, ha assicurato che farà il possibile per supportare i colleghi e la famiglia. Nessuno di loro si aspettava un evento simile.
Quando a morire è una persona nel pieno delle forze è facile farsi mille domande sulle possibili cause. Riccardo Zebro è stato trovato in casa disteso, come se dormisse e senza alcun segno che potesse far pensare a un’aggressione.
Circostanze apparentemente misteriose che però l’autopsia ha contribuito a chiarire. Lo chef è morto per cause naturali e la ragione più plausibile è un infarto improvviso sopraggiunto quella notte.
Approfondendo la faccenda parrebbe che il giovane presentasse da tempo dei valori di colesterolo sopra la norma. Accumulandosi provoca infatti una riduzione dell’elasticità dei vasi sanguigni arrivando anche ad occluderli nei casi più gravi. Non è raro che questa condizione se trascurata porti ad attacchi di cuore o ictus anche negli individui sotto i quarant’anni.