Il pane, le patate fritte e il caffè sono sostanze a rischio cancro: sai per quale motivo? C’è una sostanza dalla quale devi difenderti.
Alcuni alimenti contengono delle sostanze che sono dannose al corpo umano. Gli studi scientifici hanno individuato una sostanza cancerogena, che è presente sia nel pane che nelle patate fritte e nel caffè.
L’acrilammide è una sostanza altamente cancerogena, che non è naturalmente presente all’interno degli alimenti, ma si crea in seguito alla fase di cottura degli stessi. Questa sostanza, infatti, è un genotossico che si sprigiona durante la cottura di cereali, patate e caffè, perché alla loro interno ci sono l’asparagina e uno zucchero riducente.
Per questo motivo, quando i suddetti alimenti raggiungono temperature superiori a 120°C avviene la trasformazione chimica in acrilammide. Non è difficile scoprire che tali alimenti hanno superato il limite di temperatura, c’è un trucchetto che permette di proteggersi.
In ogni caso, consigliamo di munirsi di un termometro da cucina. Si tratta di uno strumento piuttosto economico che torna estremamente utile in diverse preparazioni, ma anche per salvaguardare la nostra salute.
Rischio cancro: come difendersi dall’acrilammide
Riconoscere la formazione di acrilammide negli alimenti non è difficile. C’è un trucco che permette di individuare la presenza di questa sostanza cancerogena all’interno degli alimenti, sia nei prodotti industriali che nelle cotture casalinghe.
A quanto pare, quando gli alimenti superano la soglia di temperatura dei 120 gradi in cottura, il cibo acquisisce un colorito marroncino. Ed è così che una patata diventa abbrustolita e croccante o la calotta del pane acquisisce un colorito più bruno.
L’esposizione della popolazione italiana a questo elemento cancerogeno è molto alta, tanto da rappresentare un pericolo per la salute pubblica.
Per evitare che questa sostanza si produca, è necessario ridurre le temperature durante la fase di cottura. Ma, oltre a dover calcolare bene i tempi di cottura per evitare di andare oltre i 120 gradi, è possibile anche aggiungere un 3% di tè verde alla panatura dei cibi fritti. A quanto pare, questa sostanza contiene polifenoli che sono in grado di ridurre del 50% l’acrilammide prodotta durante la frittura.
Attualmente ci sono leggi che hanno stabilito i livelli di riferimento di acrilammide negli alimenti. Purtroppo, però, i limiti imposti dalla legge non corrispondono con quelli individuati dalla scienza.
Secondo quanto dichiarato dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, il limite di acrilammide trascurabile per la salute umana è di un microgrammo per 60 kg. Nelle patatine abbrustolite è possibile trovare un grammo di questa sostanza cancerogena, 4 grammi sulla superficie marroncina dei biscotti e 3 grammi sulla superficie di pane e pizza.