Roma piange il suo simbolo: addio alla regina della ristorazione | Ha segnato la storia della buona cucina

Domenica scorsa ci ha lasciato uno dei volti più amati della ristorazione romana. Ripercorriamo insieme i valori e i momenti più salienti della sua carriera.

Roma piange una donna che con il suo impegno ha dato lustro alla storia culinaria, segnata prima dalla nascita del Bacaro poi dell’Antico Arco. Una storia sconosciuta o quasi per le nuove generazioni, ma che ci apprestiamo a raccontare perché narra dell’impegno e della passione come elementi edificanti di un sogno.

Patrizia Mattei è scomparsa domenica mattina dopo che per trent’anni aveva dato il suo contributo nella ristorazione romana, divenendone una delle protagoniste indiscusse. Al suo profilo sono legati i nomi di Maurizio e Domenico, rispettivamente il marito e il caro amico, anch’egli scomparso.

Patrizia Mattei: scopriamo insieme le tappe salienti della sua carriera

Il nome di Patrizia Mattei, che in questi giorni risuona sui titoli di cronaca locale e non solo, è accompagnato molto spesso da un epiteto che testimonia la sua mitezza. Si parla spesso di discrezione, perché quanti l’hanno conosciuta hanno raccontato di una personalità mossa da discrezione e garbo, qualità che non ha smentito anche quando è andata via.

Fundim Gjepali, il nuovo chef dell'antico Arco dopo Patrizia Mattei
Fundim Gjepali, prende le redini dell’Antico Arco a Roma dopo Patrizia Mattei (fonte: profilo IG @antico_arco_roma) – Intaste.it

Gli esordi risalgono al 1992, quando dà vita, insieme al marito Maurizio e l’amico Domenico, a un locale in via degli Spagnoli. Il Bacaro viene concepito come un locale con una piccola capienza, volto a ricreare un’atmosfera informale e casalinga. Un piatto di pasta, un buon bicchiere di vino, scelto dalla curatissima carta e si riprendeva la corsa.

Il locale diventa la fucina dello stile culinario di Patrizia, che si mantiene nel solco della buona tradizione italiana ma con qualche tocco di creatività. Qui avviene la sperimentazione di alcuni piatti tipici, come gli spaghetti cacio e pepe con la variante dei fiori di zucca o il guazzetto all’amatriciana; infine il piatto più rappresentativo della sua cucina: il risotto di Castelmagno. 

Nel 1995, per via dell’enorme successo del progetto,  il trio si appresta a trovare una sistemazione più ampia, che sappia accontentare tutti. È la volta dell’Antico Arco, il locale di Porta San Pancrazio, che negli anni ha saputo reinventarsi per tenersi al passo con i tempi. Nel 2007 il locale viene riprogettato secondo nuovi e più moderni indirizzi: più spazio al wine bar e cucina a vista per i clienti, mantenendo salda l’idea dell’importanza di un rapporto trasparente e fiduciario col cliente.

Da qualche anno Patrizia si era ritirata dai fornelli, ma il suo sguardo era sempre rivolto in lungimiranza del suo locale, oggi guidato da Fundim Gjepali e Mattia Molica. Locale che ci auguriamo possa proseguire le orme vincenti di coloro che l’hanno ideato.

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