Esistono vini dai nomi che ricordano film a luci rosse. Oggi vi sveliamo quali sono quelli con i nomi davvero più strani.
La cucina e la camera da letto vengono spesso associate nei film non meno che nell’immaginario collettivo. Si dice spesso che chi ama mangiare e bere, sia amante dei piaceri a 360 gradi. Oggi vi sveliamo alcuni vini dai nomi davvero piccanti.
Il vino non è piccante ma può essere il preludio di scenari bollenti. E spesso accade così. Forse proprio per suscitare certe fantasie, o forse semplicemente per indurre la curiosità e incentivare all’acquisto, alcune aziende vinicole hanno dato ai loro vini nomi che richiamano parecchio scenari a luci rosse.
Del resto un nome curioso, un’etichetta particolare su una bottiglia di vino, possono davvero fare la differenza e decretare il successo di un prodotto oppure il suo fallimento. Esattamente come accade quando si vuole comprare un libro: il contenuto è importante ma sono titolo e copertina che invogliano all’acquisto.
Vini: ecco quelli dai nomi più strani
In quanto a buon cibo e buon vino, l’Italia ha ben pochi rivali in tutto il mondo. E anche per quanto riguarda la fantasia nell’attribuire i nomi ai prodotti, non siamo secondi a nessuno. Basti pensare a quel formaggio che si chiama Puzzone o a quei pasticcini siciliani detti “tette delle monache”. Anche in fatto di nomi di vini l’estro non manca e alcune aziende hanno puntato sull’erotismo.
In Toscana troviamo il Merlo della TopaNera, un Merlot prodotto dall’azienda Gino Fuso Carmigiani. Il signor Rodolfo Cosimi non è da meno con il suo Rosso Igt dal nome Bionasega: un chiaro sbeffeggiamento che si rivolge ai puristi del biologico. Sempre in Toscana ci imbattiamo in un Sangiovese che è stato chiamato Soffocone di Vincigliata. E, per non lasciare spazio ai dubbi, sull’etichetta è stata raffigurata una donna inginocchiata. E che dire dello Scopaio? Un sapiente taglio di Cabernet Sauvignon e Syrah il cui nome, in realtà, deriva dalla località Lo Scopaio, in provincia di Livorno.
Saliamo di qualche miglia e arriviamo in Piemonte dove troviamo la Bernarda, taglio di bonarda e barbera prodotto da Christian Trinchero. Decisamente molto esplicito il Toccaculo, un Merlot prodotto in Basilicata. Restando al Sud come dimenticare il Nero di Troia. Naturalmente il riferimento, per quanto ambiguo, è all’antica città dell’Asia minore e non a una donna di facili costumi. La medaglia d’oro per il nome più erotico va, però, alla linea di vini chiamati Vini Orgasmo: una serie di prodotti che include, tra gli altri, anche un Brunello Fattoi, un Franciacorta e un Chianti.
E all’estero i vini come si chiamano? Beh anche lì non scherzano in quanto a creatività. In Francia un’azienda ha chiamato i suoi prodotti Fat Bastard, cioè “grasso bastardo”. In Spagna c’è un vino rosso che si chiama Cojón de gato che significa letteralmente “testicoli di gatto“. Negli Stati Uniti, invece, c’è una azienda agricola che si chiama Cleavage Creek , cioè “scollature profonde” e tutti i vini hanno un’etichetta su cui è disegnata una donna vestita in modo molto provocante. Molto più sobrio il Portogallo che si limita a produrre il vino dei morti, legato al periodo in cui il Paese fu invaso dalla Francia.
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