Rettifica|Parmigiano Reggiano scatta l’allarme: ecco cosa hanno trovato dentro, è inquietante

Una recente segnalazione aveva messo in allarme tutti i consumatori di Parmigiano Reggiano: tuttavia arriva la rettifica. 

In data 24 Marzo 2023, tra i media era scattato un allarme da non sottovalutare, circa la presunta presenza di crepe, rotture e insetti infestanti vivi all’interno di 220 forme di Parmigiano Reggiano. Milioni di consumatori hanno ovviamente preso la notizia in forte considerazione, che accenniamo già, non si tratti di bufala. Eppure sono obbligatori alcuni chiarimenti, poiché nello specifico, il famoso formaggio italiano è al momento in stato di sicurezza.

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Dopo una notizia diffusa sui media, arriva la rettifica sul sequestro del presunto Parmigiano – intaste.it

Dal sapore leggermente pungente, cremoso al punto giusto nel suo cuore più profondo e a tratti granuloso: questo è il carattere del Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti italiani più famosi in tutto il mondo, esportato in tantissimi altri stati e in grado di conferire, nell’immediato, sapori esclusivi ai piatti. Impensabile la sua assenza su un buon piatto di spaghetti al pomodoro, immancabile tra gli strati di lasagna, essenziale nella mantecatura dei nostri risotti. 

Affinché il formaggio possa essere denominato DOP, deve subire non solo determinati controlli dal Consorzio di tutela, ma anche e soprattutto la stagionatura, rigidamente imposta ai 12 mesi(ultimo incluso). Altresì, qualsiasi altra forma di formaggio non potrà definirsi Parmigiano Reggiano. Ed è il caso della suddetta rettifica, poiché la notizia diffusa si rivolgeva a presunti formaggi con denominazione DOP. Ma andiamo per gradi.

Parmigiano Reggiano, la rettifica sulla denominazione DOP: perché le forme ritirate non possono definirsi tali

In data 24 Marzo 2023, come già detto, era stata diffusa la notizia circa il ritiro immediato di 220 forme di Parmigiano Reggiano DOP, quindi oltre 2500 kg di formaggio, da parte della NAS e del Servizio di Sanità Pubblica. La ragione si riferiva alla presenza di crepe, alveolature, rotture sulla crosta e infestazione di insetti. Tuttavia è d’obbligo rettificare l’accaduto.

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Ecco quanto emerso dalla rettifica – intaste.it

Avendo già chiarito che, un Parmigiano Reggiano possa riportare la denominazione DOP sulla crosta dopo rigide e attente analisi, bisogna altresì specificare l’importanza della stagionatura stessa, che nel caso del suddetto formaggio non possa  essere inferiore ai 12 mesi, ultimo compreso. Ciò che quindi è stato trovato dalle segnalazioni è vero, ma non riguarda le forme di formaggio ‘originali’. 

Nei fatti, un Parmigiano Reggiano che non abbia superato i 12 mesi di stagionatura non può considerarsi tale, tantomeno dichiararsi DOP. Questo poiché le forme erano solo state avviate alla stagionatura, tuttavia non superando ancora l’ispezione del Consorzio di tutela.

È d’obbligo quindi, ribadire ancora una volta, che le forme ritirate per non conformità non possono essere riconosciute, definite e denominate come Parmigiano Reggiano e pertanto, i consumatori di Parmigiano Reggiano DOP non hanno nulla di cui temere.

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