Se ti fanno schifo gli insetti, non comprare questi alimenti: neppure lo sai, ma li hanno sempre contenuti negli ingredienti!
Negli ultimi tempi si è parlato tanto dell’introduzione nel nostro mercato, di farine di insetti. Una cosa che ha sollevato tutta una serie di polemiche. Il governo sarebbe intervenuto con una stretta che tuttavia non bloccherà l’entrata di tali prodotti alimentari nel nostro mercato.
Da quanto si apprende da una ricerca portata avanti dal CSS (Centro Sviluppo Sostenibile), tutti gli anni, mediamente, si consumano in modo non conscio, per l’appunto, insetti. Circa mezzo chilo, nello specifico. A dare una spiegazione in merito a ciò è la docente IULM e membro del Comitato Scientifico CSS, Rosantonietta Scramaglia, al sito Scienza in rete.
La docente ha infatti spiegato che tali animali sono «contaminanti alimentari comuni e la legge italiana ne tollera una piccola percentuale». Scramaglia ha poi portato l’esempio dell’aranciata, o meglio, del fatto che in un bicchiere di aranciata ci possono essere fino a 5 moscerini e in una barretta di cioccolato fino a 8 parti di insetti. Non solo, perché le suddette, prosegue l’esperta, sarebbero contenute anche in insalata, marmellate, succhi di frutta, farine, passate di pomodoro.
Uno dei pro sull’utilizzo di insetti nel cibo è la sostenibilità dal punto di vista dell’ambiente. Secondo il CSS, infatti, gli insetti avrebbero una certa efficienza e un elevato tasso di conversione di un alimento in quanto sono caratterizzati dall’essere a sangue freddo.
Essi, infatti, non hanno necessità di energia per conservare la propria temperatura del corpo. Se si prende ad esempio un grillo, necessita di un alimento sei volte meno rispetto a un bovino, quattro volte in meno di una pecora e così via, ma produce la stessa quantità di proteine.
In sostanza, per la produzione di 1 kg di grilli, serviranno due kg di mangime, in confronto a 1 kg di bovino, per cui ci vogliono 8 kg di mangime. Una differenza sostanziale. Oltretutto, gli insetti sono in grado di produrre bassissime quantità di gas serra rispetto ai classici allevamenti.
Usano anche meno acqua e meno terreno. Ergo, gli insetti che si possono ingerire rappresentano una fonte proteica la cui base è animale. Si tratta dunque prevalentemente di sostenibilità ambientale. E comunque i prodotti acquistati non saranno mai venduti a tradimento, e gli acquirenti saranno sempre informati su ciò che stanno acquistando. Al di là di tutto, si resterà liberi di scegliere a seconda dei propri gusti.