Il caffè è sicuramente la bevanda più diffusa, ma perché ha un certo effetto…lassativo? Finalmente scopriamo la verità!
Per la stragrande maggioranza degli italiani la giornata non può cominciare senza una tazzina di caffè, e lo stesso vale per milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Quello della caffettiera da preparare e dell’aroma inconfondibile che si sprigiona sopra ai fornelli è un vero e proprio rito irrinunciabile.
Ma il caffè è anche un momento e un’occasione di socialità, magari da condividere con i colleghi durante una pausa in ufficio o con gli amici durante le ore di svago, per spezzare la routine e concedersi un piccolo piacere dei sensi. Il problema è che in molti casi il consumo di questa bevanda scatena un bisogno urgente di andare in bagno. Vi siete mai chiesti il perché? La risposta vi sorprenderà.
Dietro al fenomeno della “corsa al bagno” dopo il consumo di caffè, assai imbarazzante soprattutto se ci si trova fuori casa, c’è una spiegazione scientifica.
Secondo un recente studio condotto dall’autorevole American Chemical Society, per prima cosa è da escludere l’ipotesi che a provocare tale effetto sia la caffeina. Lo stesso bisogno fisiologico si manifesta infatti in coloro che prendono il caffè decaffeinato.
Le cause sono altre, e precisamente due: innanzi tutto, nel momento in cui beviamo il caffè, il corpo umano risponde con la secrezione nello stomaco di succo gastrico, lo stesso che ci aiuta a digerire. Ma il caffè contiene anche l’acido clorogenico, che fa aumentare l’acidità nello stomaco e lo aiuta a spingere più velocemente il contenuto verso l’intestino nel giro di circa 5 minuti.
Passiamo alla seconda causa. Il caffè stimola anche la produzione di due ormoni come la gastrina (che regola la secrezione gastrica e attiva i movimenti del colon che spostano il cibo verso la loro ultima destinazione) e la colecistochinina (che promuove il rilascio di bile, stimola l’insulina e favorisce il transito intestinale), il che accelera il bisogno di espellere i rifiuti.
Secondo lo studio in questione, circa 3 persone su 10 sperimentano tale “controindicazione” con particolare intensità, soprattutto a stomaco pieno. Il rimedio? Per il momento solo uno, e abbastanza amaro: niente caffè in situazioni “a rischio”…