Il sushi è un piatto ormai globalizzato, ma perché crea così tanta dipendenza? Ecco il motivo al quale non avresti mai pensato.
Proveniente dall’Oriente, il sushi è un piatto di assoluta tendenza. Divenuto di gran moda anche tra gli occidentali, oggi, organizzare una serata con gli amici in un ristorante giapponese, conferisce quel tocco chic. L’atmosfera soffusa, il menù e gli ingredienti di ogni singola pietanza creano una magia, quel sogno da cui non ci si vorrebbe più risvegliare, auspicandosi che quelle ore piacevoli, in compagnia, non giungano mai al termine.
Diversi i piatti proposti per cui vi è l’imbarazzo della scelta, soprattutto per il tipo di pesce impiegato, dal tonno, al salmone e perfino gli spiedini di gamberi, magari caramellati con la salsa di soia. Come si evince perciò è un trend in continua espansione e irrinunciabile che conquista anche i palati più scettici. Difatti, inizialmente, la perplessità ha accompagnato finora la reazione dell’opinione pubblica anche se non sono mai mancati i più appassionati.
A questi riguardo, per quale motivo il sushi crea così tanta dipendenza? Probabilmente per la certezza di vivere un’esperienza culinaria con i fiocchi oppure per il prezzo in quanto i diversi ristoranti propongono formule di tipo ‘all you can eat‘ quindi tutto il cibo che si vuole a costi nettamente inferiori. Esse costituirebbero già delle valide ragioni ma la reale motivazione, a fondamento di tale domanda, sarebbe un’altra per quanto correlata ad una di quelle suddette.
Sushi, ecco perché dipendenza: la verità che non ti aspetti
Il sushi è sempre una buona idea. Che sia da asporto, a domicilio o una cena in un locale, non si rinuncia mai a un piatto misto di prelibatezze orientali. Difatti, lo si paragona al pari di una dipendenza, anche se, in questo caso, molto più salutare e gustosa. Tanti intenditori, però, si stanno chiedendo il reale motivo per cui sia difficile resistere a simili tentazioni e perciò ecco il mistero svelato.
Questo ‘vizio’ così sfizioso esula dal singolo ingrediente perché la dipendenza di cui tanto si parla si riferisce all’ensemble che crea quell’esperienza di gusto sensoriale incredibile, a cui non si smetterebbe mai di dire no. Il mix appetitoso infatti non solo è armonioso per il palato, ma stimola anche il buon umore. Difatti, si pensi, per esempio al riso, cotto proprio nell’aceto di riso: la produzione di certe sostanze nell’organismo, ovvero la glicemia che stimola l’insulina e libera il triptofano che a sua volta si trasforma in serotonina, permette l’avvento di quello stato di benessere, tanto desiderato.
Anche il pesce, quale ingrediente principale e ricco di Omega 3 nonché la salsa di soia contribuiscono a quella sensazione di felicità. In particolare quest’ultima perché il suo sapore agrodolce conquista e soddisfa qualsiasi preferenza. Immancabile la presenza delle alghe in quanto attivano i cinque sensi e perfino il wasabi non è da meno, quella salsa color verde chiaro molto piccante che permette la liberazione delle vie respiratorie nonché l’innalzamento della soglia del dolore, grazie alle endorfine.
Come si evince perciò, la cooperazione tra gli ingredienti stessi che crea quell’estasi tale per cui se ne vorrebbe sempre di più, senza mai fermarsi. Un esplosione di gusto assicurato quindi che costituisce giustappunto una forte dipendenza ma talmente salutare e leggera, per i medesimi componenti impiegati, che si potrebbe azzardare a un bis, senza perciò sentirsi in colpa.