Il sistema Spid va in pensione dal prossimo giugno. E poi? Ecco la nuova ipotesi per la validazione dell’identità digitale.
Addio Spid, benvenuto “green pass” europeo. È l’ipotesi che si fa strada per il prossimo giugno, quando il più gettonato sistema dedicato alla validazione dell’identità digitale nel nostro Paese lascerà il posto a un nuovo meccanismo ancora tutto da scoprire.
In realtà, anche nel prossimo futuro si potrà comunque continuare a utilizzare lo Spid: il Governo ha prorogato la durata e sta pensando a un sistema per uniformare l’autenticazione dell’identità per gli accessi alle piattaforme digitali. Ma all’orizzonte si profila una serie di modifiche che nel giro di qualche anno dovranno portare alla convergenza in un sistema unico, probabilmente di valenza europea.
I margini di intervento del governo erano decisamente ridotti: gli accordi stipulati con le aziende incaricate di gestire l’identità digitale degli italiani scadevano ad aprile 2023. Così, al fine di ridefinire il quadro in modo più esaustivo, si è optato per una proroga delle attuali condizioni fino al prossimo giugno, con l’impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti a lavorare alla messa a punto di un piano pluriennale per questo tipo di servizio, ormai imprescindibile per tantissimi cittadini.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, nei giorni scorsi aveva espresso l’intento di “definire un rinnovo pluriennale del servizio e la disponibilità a individuare un sostegno che, dopo anni di richieste inascoltate da parte dei precedenti governi, possa garantire la sostenibilità economica dello Spid, a fronte dell’impegno richiesto“. Tradotto: le convenzioni con i gestori dell’identità digitale in scadenza ad aprile dovrebbero essere rinnovate su base pluriennale.
Come accennato, però, il governo vorrebbe unificare i sistemi esistenti, in particolare Spid e Carta d’identità elettronica. Entro giugno si dovrebbe arrivare a definire un percorso preciso per il futuro dell’identità digitale, a partire dall’app unica nazionale. Una delle ipotesi più accreditate è che si punti su un’identità digitale europea. Ne ha parlato anche Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, indicando come obiettivo uno strumento digitale che superi i confini nazionali.
Al momento gli iscritti allo Spid sono circa 33 milioni e mezzo. E la maggior parte dei servizi della Pa è accessibile attraverso quel sistema, che vanta anche una maggiore facilità d’uso (la Carta d’identità richiede anche un lettore e il meccanismo è decisamente più complesso). Insomma, la digitalizzazione sta andando sempre più in questa direzione e tornare indietro è praticamente impossibile.