Ristorante, la truffa dei vestiti civetta colpisce ancora: si perdono un sacco di soldi

Un’altra truffa sta mettendo a dura prova tutti i ristoranti. Ecco di cosa si tratta: dovete fare massima attenzione ai vestiti dei clienti

Oggi come oggi, in seguito ai rincari che hanno colpito ogni settore della vita privata, anche i ristoranti si sono spesso trovati di fronte alla necessità di alzare i prezzi delle proprie pietanze. Non solo la spesa alimentare costa di più, ma anche i consumi di acqua, gas e corrente elettrica e questo ha conseguenze sul costo dei piatti.

Ristorante, la truffa dei vestiti civetta
Ristorante, ecco il nuovo modo di truffare – (intaste.it)

Dall’altro lato, però, anche i clienti vivono forti rincari nella loro vita di tutti i giorni e possono avere difficoltà nel concedersi qualche cena fuori, soprattutto con i nuovi prezzi aumentati. Ecco quindi che, se qualcuno vi rinuncia e sta a casa, altri vanno comunque a cena fuori ma organizzano truffe micidiali: ecco l’ultima.

Ristorante, la truffa dei vestiti civetta è l’ultima trovata: stenterete a crederci

Sono varie le truffe che, negli anni, hanno coinvolto i ristoranti. Se c’è chi cerca di inventare ipotetici difetti di una pietanza (impossibili da verificare poiché già consumata) per ottenere uno sconto, c’è chi si organizza proprio nei dettagli e prepara inganni micidiali ai danni dei ristoratori.

Ristorante, la truffa dei vestiti civetta
Questa truffa ultimamente è parecchio usata da molti – (intaste.it)

In questa molto recente, protagonisti della truffa sono i vestiti civetta e i beni personali che vengono lasciati al tavolo. A parlarne a Il Giorgio è il titolare del ristorante Capri di Busto Arsizio, Luigi Savino. Una famiglia normale, con una bambina, si è seduta al tavolo ed ha ordinato pietanze costose come ostriche, gamberoni ed astice. Dopo aver consumato tutto, l’uomo è uscito prima del caffè a fumare una sigaretta e la madre, con la figlia sono andate in bagno.

Sul tavolo erano rimasti i vestiti, una borsetta e addirittura dei gioielli, che facevano pensare a un immediato ritorno della famigliola per concedersi il caffè, l’amaro e per pagare il salato conto di 200 euro. I tre, però, non sono mai tornati: “Qui invece c’era premeditazione, organizzazione. Con una bambina coinvolta. Una cosa intollerabile” ha dichiarato il titolare, definendola molto più grave della ragazzata degli adolescenti che scappano dopo una pizza, per goliardia.

Il proprietario, quindi, per evitare che una situazione del genere accada ancora ha esposto un cartello che esplicita che, chiunque lasci il tavolo per andare a fumare, deve lasciare un documento in cassa. “Mi hanno chiesto come mai tanta fiscalità” ha riferito, estremamente spazientito da quanto accaduto.

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