La recente approvazione sanitaria, da parte dell’Unione Europea, della commercializzazione di prodotti a base di insetti, ci fa decisamente “strabuzzare” gli occhi.
Qualcuno, probabilmente più di uno, nel leggere questa notizia storcerà il naso. E’ in arrivo uno dei piatti più famosi in Italia con farina d’insetti, alcune aziende italiane sarebbero pronte a lanciarla sul mercato. Sarà vero? Cosa altro deve accadere, potrebbe affermare qualcuno?
I prodotti italiani continuano a spopolare nel mondo per qualità, per eccellenza, nulla è cambiato nonostante la crisi metta a dura prova le aziende del settore. Da una parte, infatti, visto il momento buio, tornano sulle tavole delle famiglie di casa nostra, e naturalmente anche di quelle degli chef, le straordinarie filiere agricole di nicchia.
La Ue concede il via libera ai prodotti a base di insetti: cosa succederà adesso?
La gastronomia riscopre il piccolo produttore di orto-frutta, si ritorna dai pescatori che ogni mattina cercano le piccole quantità di frutti di mare più buoni, solo quando è stagione, dall’Adriatico alla Puglia.
Gli esperti nutrizionisti, di concerto con gli economisti, indicano che, viste le contingenze economiche disastrose che ci attanagliano alla gola, è arrivato il momento, di coniugare, a tavola, la materia prima povera di qualità assoluta, che fa anche bene alla salute, con il risparmio. E allora spazio al pesce azzurro, così come alle interiora di carne, ai terzi tagli. Via al recupero intelligente, con il bidone dell’umido che diventa la nostra cena. Scopriamo quanto eravamo spreconi, quanto ben di dio finiva nella pattumiera!
Si percorre la strada del recupero e della sostenibilità con l’uso e il riuso delle bucce delle verdure, che se arrivano dalle mani del contadino, senza contaminazioni, sono buone quanto le parti nobili.
Tutto farebbe sembrare che questo ritorno al passato, alla purezza, alla cucina della nonna 2.0, è in fondo anche una lezione di vita, laddove le foglie del cavolfiore più buono diventano la cena della famiglia per dare vita ad una splendida frittata, così come si essiccano le foglie delle carote, che prima tutti buttavano, per dare vita a una sorta di splendido prezzemolo in polvere con cui condire le minestre.
E in controtendenza, invece, colpo al cuore per i gourmand della cucina italiana d’autore, ecco arrivare le farine di grillo e di scorpione, giudicate proteicamente molto nutrienti. Ma siamo davvero pronti a tutto questo? Una parte degli imprenditori si dice pronta a lanciarsi sul mercato, per nulla scettica sulla curiosità e sul possibile diniego dei potenziali clienti di prodotti da acquistare sugli scaffali o da gustare a casa, oltre tutto anche molto costosi.
La Ue indica la via, la normativa che ci invita a gustare locuste e scorpioni è bella che servita, ma noi cosa ne pensiamo davvero? C’è di certo una solida fetta di operatori di mercato che boccia sonoramente questa nuova frontiera, che giudica l’Italia uno di quei Paesi che, almeno per ora, non risponderanno positivamente a prodotti. Gli insetti vengono giudicati come “la drastica scelta” legata alla sopravvivenza di territori che non hanno alternative. Noi le abbiamo eccome!
Pensate al giovane laureato in scienze gastronomiche che da un anno si è messo alla guida dell’azienda di famiglia, curando di persona ogni giorno i vecchi ulivi dei nonni, e vendendo olio da olive monocultivar di valore assoluto.
Siamo davvero pronti alla pizza con farina di grilli?
E mentre c’è da chiedersi se sarà meglio acquistare una cassetta di alici a 4 euro oppure una farina di locuste, ecco che spunta sul web anche la proposta di una super pizza gourmet con farina di grilli.
I vegani saranno pronti a scendere in campo armati di spada ed elmetto, i puristi del pomodoro, della mozzarella e del lievito madre insorgeranno, mentre spunteranno dal nulla super esperti di cibo del futuro, indicandoci che stiamo rovinando il pianeta e che tutto questo è in fondo un preparaci al cibo del domani, un cibo dove i grilli ci sazieranno più di due bistecche di nobile Chianina. E oltre tutto sono anche buoni!
Viene da chiedersi quante persone decideranno di mangiare, da qui a sei mesi, la pizza fatta con farina di grilli, ammesso e non concesso che in così breve tempo arrivino locali italiani pronti a servirle, e quanti invece penseranno che scorpioni e vermi sono una scelta da prendere solo in caso di eventuale disastro aereo, con tanto di superstiti e velivolo precipitato nella giungla dell’Amazzonia.