Lo Chef Cristiano Tomei non si contiene più e sfoga tutta la sua rabbia davanti al pubblico che reagisce in modo inaspettato.
Chef stellato e volto noto del piccolo schermo, si potrebbe definire Cristiano Tomei come ‘un’avventuriero del gusto’.
Difatti, ancor prima della sua attività, ha esplorato il mondo, focalizzandosi soprattutto sugli aspetti più tipici e caratteristici di ciascun Paese, come Cuba, India e Perù, ovvero il mercato e la cucina, apprendendo i segreti del mestiere.
Oggi è tra i ristoratori più amati nel cuore della Toscana, oltre che per il talento anche per quella sua personalità così passionale e travolgente quando è in mezzo ai fornelli.
A tal riguardo ha proprio una visione concettuale della cucina imperniata sul principio di qualità della materia prima, anche da un punto di vista geografico.
E per questo motivo la sua corrente di pensiero ha scatenato l’ira del medesimo Chef, a sua volta destando numerose frecciatine ed insulti sui social.
Chef Cristiano Tomei, questa volta ha davvero esagerato
Il noto ristoratore del locale L’Imbuto, nel lucchese, si definisce un esaltatore di sapidità e amante dei lipidi. Infatti, secondo la sua personale logica “in un ristorante non bisogna stare attenti ai grassi, si va per godere e per curare l’anima“.
Un filosofo la cui concezione è condivisibile, sotto diversi punti di vista poiché effettivamente entrare in un ristorante significa lasciarsi sorprendere e cullarsi dal gusto di piatti più classici e semplici oppure più elaborati.
Ma ad un certo punto, lo Chef è esploso, divorato da un vortice di rabbia, il cui tono ha assunto livelli di intensità sempre più potenti. Di fronte a questo brutale episodio, il pubblico non ha reagito bene.
“Mi sono rotto le pa**e…”
A novembre si è svolto il Festival del Gusto 2022 a Bologna a cui ha preso parte proprio Cristiano Tomei, mostratosi agguerrito più che mai.
In merito si riporti un estratto del suo monologo: “se mangi in un’osteria a Bologna non devi chiedere l’amatriciana, va******lo quella la mangi a Roma. I menù devono scomparire pian piano. Si deve tornare all’oste che racconta“, delineando quella convivialità intima, ormai perduta.
Proseguendo così: “io mi sono rotto le pa**e degli amuse-bouche, del pre-dessert, noi siamo il popolo dell’assaggino di antipasti, dell’assaggino dei primi e perché no il bis di secondi e mi ci metti anche la grigliata, c***o“.
A seguito della sua invettiva, il pubblico gli si è scagliato contro, chi con sarcasmo, chi con ulteriore rabbia. Per esempio, un utente sostiene: “per mangiare una pasta al pesto dovrei da Salerno andare per forza a Genova?“.
Oppure: “se si vuole un pad thai si deve prendere quindi un intercontinentale“. Inoltre, un suo collega chiede più rispetto per la categoria di riferimento poiché dietro agli ‘assaggini’ di cui tratta si celano ore ed ore di duro lavoro e fatica.
Opinione comune è l’internazionalità dell’amatriciana, uno dei simboli della cultura gastronomica italiana per quanto qualcuno, a questo punto, rivendichi, la sentita appartenenza della pizza, esclusivamente napoletana.
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Come si evince, seppur involontariamente, credendo di sollevare un dibattito costruttivo, mettendosi anche nei panni del cliente, ha solamente aizzato un popolo imbufalito che sostiene il proprio diritto a ordinare quello che più gli piace.